Fonte: Il Sole 24 Ore

Apre l’assemblea degli industriali di Asti Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e in una terra conosciuta in tutto il mondo per il suo moscato e per la produzione di vini utilizza una metafora chiara per parlare dell’industria del futuro, che dovrà aumentare progressivamente il valore delle proprie produzioni come accaduto al vino dopo lo scandalo del metanolo.  Intervistato dalla presidente degli industriali di Asti Paola Malabaila, Boccia riparte dalla questione centrale, la competitività e la necessità di politiche a sostegno dell’offerta prima che della domanda. Questione chiave, ribadisce Boccia, anche alla luce delle ultime previsioni al ribasso sulla crescita del paese avanzate dal ministro Padoan. «Non è una novità, lo abbiamo anticipato con il nostro centro studi. Questo è un motivo in più per reagire come sistema paese»

Elenca i deficit di competitività Boccia, a cominciare dalla bassa produttività, il livello di tassazione, il costo dell’energia elettrica più alto del 30 per cento, rilancia sulla necessità di una politica economica che incida sui fattori di competitività in chiave trasversale, a sostegno della crescita, superando la vecchia logica di scelta e scommessa su singoli settori. «Siamo il secondo paese industriale d’Europa – dice Boccia – e la prima sensazione di chi rappresenta le imprese è l’orgoglio, dall’altro lato però c’è la rabbia che va trasformata in passione, sappiamo di fare i secondi sapendo di essere primi».

«Tutto ciò che ha funzionato va riproposto e rafforzato»
Boccia ricorda il dibattito in corso con l’esecutivo in vista della Legge di stabilità e mette in fila gli interventi finora realizzati a sostegno delle imprese, la Sabatini, il superammortamento, il jobs act, la detassazione dei premi aziendali. «Tutto ciò che ha funzionato va riproposto e rafforzato – ha aggiunto Boccia – senza ripetere gli errori del passato». «Puntare su una industria ad alta intensità di investimenti e valore aggiunto» sintetizza con queste parole la questione industriale. E il tema della produttività gioca un ruolo chiave. «Serve spingere l’acceleratore sulla detassazione dei salari di secondo livello, costruire convenienze, portare avanti il principio dello scambio tra produttività e salari. Il punto è scommettere sulle imprese per crescere, allargare la torta e poi dividere. Abbiamo l’interesse a riattivare la domanda il mercato interno. Ma ci preoccupa quando si parte soltanto da politiche sulla domanda perché significa ignorare i fattori chiave della competitività.

“Sulla rappresentanza andiamo avanti. Oggi abbiamo inviato una lettera al ministro Poletti. Dove c’è l’accordo si chiude, dove non c’è litigheremo lealmente”

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria 

Sul tema pensioni e flessibilità Boccia sottolinea il sostegno a favore di misure per la flessibilità, che potrebbero favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. «Positivo il metodo del dialogo tra governo e sindacati sulle pensioni per risolvere delle criticità – spiega – forse tutto andrebbe inquadrato in un intervento organico e non seguire la logica delle emergenze». Infine il tavolo aperto tra confindustria e sindacati. «Sulla rappresentanza andiamo avanti. Oggi abbiamo inviato una lettera congiunta al ministro Poletti su quella che è la seconda gamba dei percorsi che stiamo costruendo. Andiamo avanti, dove c’è l’accordo si chiude, dove non c’è litigheremo lealmente».